Autonomia alimentare

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"In teoria dei sistemi un sistema è dotato di autonomia se le relazioni e interazioni che lo definiscono nel suo complesso sono determinate solamente dal sistema stesso" (Wikipedia).




Se io mi sento parte del sistema alimentare mondiale e credo di partecipare attivamente e giustamente al suo funzionamento, allora posso dire di avere autonomia alimentare.
Ma se credo di non avere alcuna voce in capitolo e, anzi, sono sicuro che stiamo sbagliando ma non ho alcun mezzo per intervenire nel sistema, allora io non ho affatto autonomia alimentare. E me ne rendo conto subito quando scopro quali sono le cause per cui è stato necessario inventare il terzo mondo. Sì, inventare... Perché il Mondo è uno solo, non sono tre. Con il termine "Terzo mondo" si definisce un'illusione creata appositamente per aiutarci a giustificare il nostro status.

La persona che vede con chiarezza la direzione verso la quale sta andando la nostra epoca sa che c'è tutto il tempo per recuperare le autonomie perdute, quelle autonomie che saranno di vitale importanza nei prossimi anni, quando la crisi che stiamo vivendo adesso avrà superato il livello finanziario e inizierà a toccare quello energetico e alimentare.

Nel mercato immobiliare dei prossimi anni assisteremo ad una forte inversione nei prezzi dei terreni per uso agricolo rispetto a quelli per uso edilizio. I terreni per uso agricolo saranno sempre più ricercati e il loro prezzo aumenterà. Spaventa il dato secondo cui in Lombardia produciamo solamente l'1% di tutto il cibo che mangiamo.

L'autonomia di primaria importanza sarà ovviamente quella alimentare, non quella energetica. Non si tratterà solo di imparare a coltivare l'insalata. Sarà fondamentale conoscere il proprio corpo, sapere di quali sostanze abbiamo bisogno per vivere in salute, sapere produrre queste sostanze e sapere come conservarle per averne disponibilità tutto l'anno. Sarà necessario inoltre conoscere la propria terra, perché è in funzione delle possibilità di questa che dovremo selezionare i prodotti con la resa migliore.

9/28/2010 03:16:00 PM Commenti Spedisci via mail
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Vita e progresso

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Esistono i condizionamenti. Esistono tradizioni della nostra cultura che vengono accettate senza nemmeno pensare. Questo non è un male di per sè. Molte di queste tradizioni sono buone, credo.
Qualche volta, però, ho pensato al lavoro e ho scopero che c'è qualcosa che non funziona. L'ho scoperto così, provando ad immaginare la Terra molto più piccola, una Terra molto piccola con pochissimi abitanti. Nulla di diverso, quindi, matematicamente. Tra questi abitanti c'ero anch'io. Una specie di strano sogno. In questo sogno aprivo la porta e mi trovavo a guardare il sole che faceva luce sul cortile. Alcune persone mi salutavano ed io rispondevo con una smorfia impacciata. Mi chiedevo cosa dovessi fare. Tutti facevano qualcosa. Quello si occupava del tetto, quell'altro della stalla, un tizio con alcuni altri della centrale, alcune graziose ragazze guidavano uno strano e silenzioso macchinario, due bambini strillavano, un vecchio ricavava nettare da un fiore. Passavano i giorni e mi rendevo conto che queste persone parevano in vacanza. Ma quella era la loro vita. Dovevano fare solo quello che serviva loro.
Un bilancio zero, materialmente parlando. Tutto il resto era vita e progresso.
Quella del lavoro è una tradizione distorta dal tempo e dall'inganno. Il genere umano poteva essere nel futuro, oggi, se gli obiettivi del lavoro non fossero stati allontanati dalla comunità. Quando il mio lavoro viene ricompensato con una banconota, gli obiettivi del mio lavoro sono anonimi ed estranei a qualsiasi concetto di comunità. Questo crea una distanza tra la mia vita e quello che faccio per vivere. Il risultato è la corsa alla sopravvivenza, che si sostituisce alla piena e illuminata vita.

8/30/2010 10:33:00 PM Commenti Spedisci via mail
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Televisione e verità

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Sono in corso sgradevoli eventi che riguardano la libertà dell'informazione televisiva. La Rai dovrebbe essere al servizio dei cittadini ed invece è al servizio dei partiti. Se i partiti sono collusi con la criminalità - e ci sono molti fatti che ormai fanno sospettare pesantemente questa collusione - allora significa che la Rai risponde ad interessi criminali e non ad interessi della società civile.
Per questo è molto grave se trasmissioni come Annozero e Report verranno chiuse.

Ho inviato questa mail alla redazione de Il fatto quotidiano sperando di riuscire a diffondere questa iniziativa. Si tratta di una risposta civile assolutamente pacifica rivolta al canale Rai su Youtube.

"Mi chiamo Massimiliano e so che stanno per accadere nuovi spiacevoli eventi contro l'informazione televisiva, visti i recenti fatti che riguardano Santoro e Annozero.
Il canale della RAI su youtube ha i commenti disattivati.
Però è possibile inviare un messaggio.

Io ho scritto questo messaggio:
"Siete dei delinquenti. State ammazzando l'informazione televisiva.
Chissà come mai la gente non vuole pagare il canone..."

Poi ho cliccatu su "Segnala violazione dell'immagine"

perché la RAI svolge atività di censura dell'informazione.

Infine ho cliccato su "Blocca utente"

così la sua reputazione su Youtube peggiorerà.

Queste semplici mosse, da parte di molti, possono fare arrivare un certo messaggio importante.
Mi piacerebbe che voi proponiate queste mosse ai vostri lettori.

Un saluto e un ringraziamento.
Massimiliano Silvestri"


Ho un sogno: che Elisa possa sapere la verità dalla televisione, e se la televisione non racconterà ancora la verità che Elisa abbia la consapevolezza per non guardarla.

5/21/2010 03:21:00 PM Commenti Spedisci via mail
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Impresa senza profitto

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Non mi intendo molto di economia ma credo che quella sul profitto sia una questione più culturale che economica. Il profitto è "la differenza tra il valore del prodotto venduto ed il suo costo di produzione". I costi di produzione sono tutte le spese necessarie per realizzare il prodotto venduto. In questi costi ci sono le materie prime, l'affitto dei locali, le bollette, i macchinari, la manutenzione, gli stipendi, e tra gli stipendi c'è anche quello dell'imprenditore.
Mettiamo di essere in una località qualsiasi ad osservare l'imprenditore Rossi.
Il signor Rossi ha dato vita ad una piccola produzione di biscotti artigianali. Ha cominciato a produrre un quantitativo di prodotto sufficiente a soddisfare solo la metà delle richieste. Successivamente ha modificato la sua produzione fino a trovare la quantità media ideale. Lo stipendio del signor Rossi è commisurato alla responsabilità che ricopre nell'azienda e al tempo che dedica a questa. Lo stipendio dei 5 dipendendi è commisurato al lavoro che ciascuno di questi svolge in produzione e in amministrazione.
Il profitto di questa azienda è zero. Questo significa che tutti percepiscono regolarmente lo stipendio, Rossi compreso, e che tutti i costi esterni vengono pagati.
Se il profitto fosse negativo ci sarebbe un problema all'interno dell'azienda. Sarebbe infatti necessario abbassare i costi per livellare la situazione e ritornare ad un profitto pari a zero. Rossi potrebbe diminuire i costi abbassando un po a tutti lo stipendio e in questo caso a rimetterci sarebbero tutti i lavoratori, Rossi compreso.
Consideriamo la possibilità di abbassare gli stipendi come se fosse una risorsa aziendale. L'azienda ogni mese paga 100 per gli stipendi. Se l'azienda in via straordinaria avesse bisogno di 20, invece di 100 potrebbe pagare 80 recuperando così il 20 che gli serve. In questo senso, al di là di qualsiasi altra questione etica, la possibilità di abbassare gli stipendi per recuperare denaro può essere vista come una risorsa aziendale. Questa risorsa, però, non è infinita e raggiungerà il suo limite quando tutti i lavoratori interni ed esterni inizieranno a lavorare gratis. Ma raggiunto questo limite l'azienda andrebbe al collasso perché i lavoratori, che hanno bisogno dello stipendio, andrebbero via e l'azienda si fermerebbe.
Se il profitto fosse invece positivo ci sarebbe lo stesso identico problema, ma all'esterno dell'azienda, con le stesse dinamiche descritte nel caso opposto, perché anche le risorse extra aziendali non sono infinite. Le risorse extra aziendali sono solo più numerose, molto numerose, e per questo motivo tendiamo a considerarle infinite.
Quando il profitto è positivo qualcosa di esterno viene consumato, non c'è niente da fare. Così come si abbassano gli stipendi (risorsa interna) per far fronte ad un profitto negativo, allo stesso modo si abbassa il numero di una risorsa esterna per far fronte ad un profitto positivo.
Ecco perché credo che l'imprenditore d'avanguardia avrà successo quando riuscirà a mantenere costantemente il profitto della sua impresa a zero.

4/28/2010 05:25:00 PM Commenti Spedisci via mail
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Autodistruzione della classe dirigente

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Ho scritto questa mail a Milena Cecchetto, sindaco del comune di Montecchio Maggiore, la quale ha messo a pane e acqua nove bambini che frequentano la mensa scolastica perché i loro genitori non riescono a pagare la retta.
Avanti così, classe dirigente! Avanti con l'autodistruzione!

"Buongiorno Milena.
Volevo farle i miei complimenti per la sua mossa intelligente.
Abbiamo davvero bisogno di pOLITICI con la "p" minuscola come lei che facciano aprire gli occhi alla gente, dando così una mano all'inesorabile processo di autodistruzione che questa classe dirigente delinquente ha intrapreso senza rendersene conto.

Un cordiale saluto
Massimiliano Silvestri"

3/23/2010 06:30:00 PM Commenti Spedisci via mail
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Il nostro suono

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www.iognomo.it

Siamo milioni di persone.
Siamo brutti, belli, gentili, maleducati, arroganti e altruisti.
Siamo noi, un popolo maledetto dal nostro tempo e dalla nostra ignoranza.
Siamo un paese che ha imparato a soffrire, senza fare troppo rumore.
Siamo contenti del nostro quotidiano, perché un altro diverso non lo immaginiamo.
Siamo noi, un popolo colpito dall'indifferenza.

Noi. Noi. Noi. Cosa cazzo significa "noi"?
Sembra una sigla. Noi... E' un suono, senza senso, che mi fa ridere.

Siamo raggruppati, dentro cerchi chiusi che fanno finta di essere ideologie.
Siamo imprigionati e non riusciamo a reagire, perché dentro il nostro gruppo siamo in pochi.
Siamo arrabbiati per questo, e ce la prendiamo con gli altri, che non centrano niente.
Siamo stupidi, perché non siamo liberi.

Non siamo una società. Siamo schiavi.

1/09/2010 10:32:00 PM Commenti Spedisci via mail
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