Io non vivo. Consumo!

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"Per consumo si intende qualsiasi attività di fruizione di beni e servizi da parte di individui, di imprese o della pubblica amministrazione che ne implichi il possesso o la distruzione materiale o la distruzione figurata (nel caso dei servizi)".
Questa è la definizione del termine consumo secondo Wikipedia.



Sempre più spesso si sente utilizzare dai media questo termine per rappresentare il lasso di tempo in cui un fatto sta accadendo. Mentre per le strade si consumava la festa di capodanno, molti cittadini sospettavano che ci fossero alcuni politici in parlamento a inserire qualche parola in un testo di legge che da lì a qualche giorno sarebbe stato votato.
Un ragazzo è scampato per miracolo all'esplosione di un grosso petardo. Stava consumando una birra insieme ad alcuni amici, quando all'improvviso una violenta esplosione si è consumata a poca distanza dal proprio tavolo.
I consumi sono in calo. Le famiglie non arrivano alla quarta settimana del mese. Nel frigorifero il latte sta per scadere, bisogna consumarlo.
Secondo me è un problema se alla società viene imposto l'uso di questo termine a queste condizioni.
Sì perché questa imposizione contiene in sé quello che siamo diventati senza rendercene conto.
Venite un attimo con me, in alto, dove le persone sembrano puntini neri ma si riconoscono ancora.
Siamo piccole formiche in un gigantesco, spaventoso formicaio. Il formicaio produce in continuazione, senza sosta. Il formicaio consuma tutto quello che produce. Risorse infinite ci vogliono per alimentare il formicaio.
Forse oggi qualcuno lo ha capito, ma fino ad oggi siamo cresciuti con la certezza del nostro mondo, di una terra generosa e infinita.
Ancora oggi la televisione ci racconta che il tetrapak rispetta l'ambiente, che possiamo bere (consumare!) quando ci pare una aranciata e buttarne via la lattina vuota e nuova di zecca, che possiamo utilizzare la nostra auto quando ci pare perché tanto c'è la benzina che la fa andare.

Voglio cercare di fare un passo indietro.
Non voglio consumare un bicchiere di birra, voglio berla.
Voglio avere rispetto per tutte le cose, non voglio consumarle.

2/29/2008 11:20:00 PM Commenti Spedisci via mail
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Distillata per tutta la vita

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Noi non lo sappiamo, naturalmente, ma bevendo acqua minerale per tutta la vita comprata al supermercato mettiamo a rischio la nostra salute. Infatti, in molti casi, l'acqua che beviamo è talmente depurata che è come se bevessimo acqua distillata...



Avevo letto un'inchiesta di Altroconsumo, una rivista indipendente che si occupa dei diritti del consumatore.
Vedo due problemi nell'acqua minerale comprata al supermercato.
Il primo problema riguarda la salute.
Insomma dissetiamo per tutta la vita il nostro organismo con acqua che, stando all'inchiesta, in alcuni casi è paragonabile all'acqua distillata. Noi la compriamo senza preoccuparcene. La nostra scelta avviene solo in base al costo e alla forma della bottiglia. Vogliamo comprare l'acqua perché ci hanno sempre detto che è più buona di quella del rubinetto. Eppure l'inchiesta mostra che questo non è quasi mai vero.

Il secondo problema riguarda l'enorme quantità di bottiglie di plastica che vengono prodotte, utilizzate per qualche giorno e poi buttate via nuove di zecca.
Naturalmente questo è quello che più mi preoccupa.

Anche questa volta voglio fare qualche conto.
Supponiamo che ciascuno di noi beva un litro di acqua al giorno e che lo faccia a casa, aprendo il frigorifero.
Vuol dire che beviamo 7 litri di acqua alla settimana, che corrispondono a circa 5 bottiglie (per arrotondare).
In un mese fanno 20 bottiglie.
In un anno fanno 240 bottiglie.
Provate a mettere 240 bottiglie nella vostra camera da letto...

Il discorso è sempre lo stesso. Io faccio finta che non vi sia la possibilità di buttare tutte queste bottiglie nuove di zecca e che, quindi, debba occuparmi della loro collocazione una volta che siano state svuotate.
Ad un certo punto mi renderei conto che non posso continuare a utilizzare una bottiglia diversa ogni giorno.
Quindi cercherei un'alternativa, ad esempio proverei a riutilizzarla (ma pensa!): una bottiglia di plastica è resistente più di quella di vetro, è leggera, non si rompe, è facile da trasportare piena, sarebbe facilissimo trasportarla vuota per riepirla nuovamente.
Se il supermercato ritirasse i vuoti di plastica per riutilizzarli (non per riciclarli, che è una grossa cazzata!), avremmo risolto il problema con estrema facilità.
Ma non è possibile, e nessuno ci spiega il perché...
Comunque al supermercato l'acqua in bottiglia di vetro è una delle acque meno costose, da tutti i punti di vista, anche dal punto di vista economico.
Al momento è l'unica alternativa.

2/28/2008 06:01:00 PM Commenti Spedisci via mail
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Le abitudini

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Cambiare le proprie abitudini non è facile, perché fanno parte della nostra vita. Cambiare alcune abitudini può perciò diventare interessante, perché il cambiamento viene percepito come una rivoluzione.
Mi ricordo molto bene la prima volta in cui ho ripensato seriamente ad una mia abitudine che era sbagliata. Forse lo fanno in molti.



Mi lavavo i denti in questo modo sbagliato:
- entravo in bagno e mi mettevo davanti al lavandino,
- aprivo l'acqua,
- impugnavo lo spazzolino con la mano destra
- sciacquavo lo spazzolino,
- mettevo un poco di dentifricio sullo spazzolino,
- mettevo via il dentifricio e mi tenevo appoggiato al mobile del bagno con il braccio sinistro
- mi lavavo accuratamente i denti,
- mi sciacquavo la bocca,
- sciacquavo lo spazzolino,
- mettevo a posto lo spazzolino e il dentifricio,
- mi asciugavo,
- chiudevo l'acqua,
- uscivo dal bagno.


Beh, sembra tutto a posto, tranne il fatto che durante questo lavaggio l'acqua che è effettivamente necessaria è una piccolissima percentuale rispetto a tutta quella che finiva diretta nello scarico, nuova, lucente come un cristallo.
Per non sprecare tutta quell'acqua, basta vedere la mano sinistra come lo strumento che serve per dosare l'acqua necessaria durante il lavaggio dei denti. Cioè anche la mano sinistra ha un ruolo attivo in questa operazione, così come ce l'ha la mano destra.


Uno dei nemici del nostro pianeta è molto piccolo, come questa abitudine sbagliata.

2/23/2008 09:30:00 PM Commenti Spedisci via mail
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Visione d'insieme del futuro

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Mi trovo all'interno di un treno detto TAF, che significa Treno ad Alta Frequentazione. E' un treno dal design moderno. E' quel treno che da piccolo mi immaginavo di vedere nel mondo del futuro.
Da piccolo mi immaginavo un mondo del futuro fatto di nuove invenzioni visibili nelle città, cioè mi immaginavo di vedere dappertutto delle cose nuove.



Facevo sempre finta di essere un visitatore che viene dal passato e che, quindi, si trovava a visitare un posto pieno di novità.
Questo treno lo avevo visto. Era un treno chiaro dalla forma affusolata che volava tra i grattacieli silenzioso e pulito come una rondine.
Molte delle cose che allora sembravano fantascienza oggi sono reali, ma non sono belle come le vedevo. Sono in un contesto molto diverso.
E' come se alcune delle cose con le quali viviamo siano cresciute insieme al tempo che va verso il futuro, mentre altre siano rimaste ferme o addirittura siano andate indietro.
Sì perché in questo istante mi trovo all'interno di un treno detto TAF, che avevo visto nel futuro quando ero piccolo, ma dal finestrino vedo un paesaggio squallido fatto di resti quasi postatomici di natura.
Forse quando si è bambini si ha una visione di insieme del futuro che diventa parziale quando si diventa operai, impiegati, costruttori, imprenditori, politici, banchieri.

2/15/2008 04:22:00 PM Commenti Spedisci via mail
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Canali di emergenza

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Non mi fido dei media, perché non mi dicono come stanno davvero le cose. La televisione, i giornali, le radio, sono ormai un prodotto omologato che serve per mantenere la società in un costante stato di ipnosi.
La gente che abita e lavora intorno alle grandi città è costretta tutti i giorni, per due volte al giorno, alla tortura disumana del viaggio in automobile. Sto parlando di uscire di casa alle 7:30, entrare in macchia, partire, fare 50 metri e fermarsi in attesa che la coda gli consenta di proseguire a passo d'uomo. Durante questo viaggio, che mediamente dura 30 minuti, si è costretti ad un costante livello di tensione per il quale tutte le macchine che stanno davanti, dietro, a destra e a sinistra, diventano degli oggetti nemici che ostacolano il viaggio verso il luogo di lavoro. Ogni rallentamento superfluo, anche il più insignificante, diventa motivo di tensione ulteriore. Le gambe cominciano a diventare fredde e pesanti. Si arriva così in ufficio già stanchi. Ma non ci si fa caso, perché incomincia il lavoro e bisogna comunque concentrarsi su questo.
La giornata lavorativa volge poi al termine e il viaggio riprende al contrario, ma alle stesse condizioni. Tutto questo tutti i giorni, per due volte al giorno, di tutte le settimane, di tutti i mesi di chissà quanti anni.
Perché nessuno dice niente? Perché nessuno ne parla come di un problema grave?
Facciamo finta che non esista la televisione.
La gente torna a casa e si ritrova con la propria famiglia. Dopo cena va' a letto se è stanca, discute di qualcosa di importante se c'è da discutere di qualcosa di importante, tromba se ha voglia di trombare... In alternativa, visto che reputo improbabile che rimanga in fissa su un oggetto qualunque della casa senza dire una parola per 2 ore, esce, va fuori, scende e si ritrova per caso con altre persone che sono uscite per lo stesso motivo.
Voglio dire che in questo caso ci sarebbe una piazza abitata dalle persone che si stanno godendo una serata come tante altre e con molta semplicità farebbero chiacchierate.
Io penso che in questo scenario vi sarebbe una coscienza condivisa del problema
Passati i mesi la gente sarebbe incazzata nera e forse succederebbe qualche cosa.
Invece esiste la televisione.
La gente torna a casa e si ritrova con la propria famiglia. Dopo cena va' a letto se è stanca, discute di qualcosa di importante se c'è da discutere di qualcosa di importante, tromba se ha voglia di trombare... In alternativa, visto che reputo improbabile che esca di casa per incontrare altra gente, resta in fissa su un oggetto in salotto senza dire una parola per 2 ore.
La televisione mostra costantemente realtà della vita che non sono quelle che stiamo vivendo. Le pubblicità delle auto sono sempre ambientate in città vuote o nel deserto o in montagna. Le trasmissioni di politica trattano sempre e costantemente problemi che sono grossi, sempre molto grossi, etici, di economia, mai di problemi vicini al proprio lavoro e alla propria vita.
Ecco.
Così succede che la gente non ci pensa di avere un problema che si potrebbe risolvere.
Nessuno ne parla. Non c'è.

2/13/2008 09:29:00 PM Commenti Spedisci via mail
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Ecco a voi un altro blog

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Con questo, forse, lascerò dentro Internet qualche pezzo della mia vita.
E' come avere un diario segreto, ma al contrario.
Non so ancora in che modo questo blog cambierà l'approccio al mio tempo libero.
Resto a guardare e vi farò sapere.
Intanto vi presento due video che ho trovato su Youtube che spiegano cosa è un blog e come è possibile crearne uno come questo.
Sono certo che almeno un paio di miei amici apprezzeranno...



2/12/2008 10:40:00 PM Commenti Spedisci via mail
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